“Nessuno può completarci. Dobbiamo essere noi a completare noi stessi.
Se non ci riusciamo la ricerca dell’amore diventa autodistruzione. E noi ci illudiamo che questa autodistruzione sia amore…” E. Jong “Paura di volare”
Cos’è una dipendenza affettiva, sana ?
Ho bisogno di te perché ti amo
In una relazione sana e integra, l’indipendenza “autentica” è basata sulla “capacità di dipendere dall’altro e allo stesso tempo si consente all’altro di dipendere da noi” (Lingiardi, 2005).
Questa definizione sta a significare che nei contesti sociali- famiglia, coppia e amicizia- di cui facciamo parte una qualche forma di dipendenza affettiva sia necessaria e naturale.
La famiglia e gli amici sono per l’individuo fondamentali alla sua sopravvivenza e protezione. L’uomo infatti, come la maggior parte dei mammiferi è un animale sociale. Quindi la salute sociale, quale dimensione del benessere, riguarda le interazioni individuali che abbiamo con gli altri; l’essere inseriti nelle diverse reti sociali rappresenta un punto di partenza per poter costruire legami con altre persone e usufruire di relazioni di sostegno che fungono da appoggio moderatore (fattori protettivi) agli effetti negativi dell’esposizione a difficoltà nella vita. In altre parole, una qualche forma di dipendenza sociale di tipo affettiva, sia nel rapporto genitori-figli che nel rapporto tra adulti è insita nella natura dell’essere umano.
Nella relazione affettiva ogni persona porta con sé modalità relazionali, stili di attaccamento e costrutti che vengono trasmessi da una generazione all’altra – livello transgenerazionale. La trasmissione transgenerazionale avviene attraverso il processo di interiorizzazione che il bambino fa proprio, sulla base della reali esperienze vissute con le figure di attaccamento (persone criterio).
Se i genitori o le persone criterio importanti per il bambino sono stati in grado di soddisfare i bisogni di sicurezza e di autonomia in modo coerente e continuo, il bambino e poi l’adulto, consoliderà un assetto emotivo e cognitivo sano.
Cosicché, l’adulto sarà capace di stabilire relazioni (dipendenza) affettive quando avrà interiorizzato dentro di sé la capacità emotiva e cognitiva dell’essere dipendente e indipendente in modo complementare.
Bowlby (1979) cita “la fiducia negli altri e la fiducia in se stessi sono non solo compatibili, ma addirittura complementari”. L’integrità della persona sarà modulata in base alle richieste e ai problemi che si affrontano nella vita di coppia.
Questo quindi indica che in una relazione affettiva sana ci saranno momenti della vita in cui una persona sarà di sostegno al partner; nel caso, per esempio, uno perda il lavoro e si senta triste e sfiduciato, l’altro gli sarà vicino emotivamente e l’accudirà; viceversa nel caso in cui, per esempio, uno dei due partner voglia intraprendere una nuova attività, l’altro lo sosterrà alla sua autonomia e alla sua realizzazione personale.
Cosa avviene in relazioni di coppia con una dipendenza affettiva disfunzionale ?
In una relazione di coppia si ha una dipendenza affettiva disfunzionale quando in uno, o entrambi, partner è presente una condizione di sbilanciamento rispetto alla prevalenza di dipendenza o indipendenza, e un irrigidimento nell’aspettativa di un certo e unico tipo di ruolo. Nella relazione si instaurano così, forme “rigide e immodificabili” sia di dipendenza che di pretese, eccessive e illusorie, d’indipendenza.
Questo sbilanciamento verso l’una o l’altra dimensione comporterà le relazioni affettive disfunzionali in cui ad esempio:
“la persona A sarà di sostegno affettivo verso la persona B; la persona B non sarà in grado di sostenere la persona A”, piuttosto tenderà ad evitare il dolore o problema di A.
Il primo (A) rappresenta una persona con una dipendenza affettiva disfunzionale che nell’evitare l’angoscia di essere abbandonato accoglierà i desideri e i bisogni dell’altro; mentre il secondo (B) rappresenta una persona con una controdipendenza affettiva disfunzionale -di tipo distanziate -evitante – che nega a sé il suo bisogno dell’altro.
Diversamente da quanto descritto nell’articolo migliorare la relazione di coppia, nella dipendenza affettiva disfunzionale c’è l’illusione di cristallizzare il rapporto, vivendo comunque nell’angoscia che qualcosa possa cambiare. La persona con una dipendenza affettiva disfunzionale non riesce ad accettare i limiti e i cambiamenti naturali all’interno della coppia.
Come ci si sente in relazioni di coppia con una dipendenza affettiva disfunzionale
Il sentimento che prevale nella persona con dipendenza affettiva è l’angoscia di essere abbandonata, vive nel costante pericolo della separazione e così ritrovandosi in balia di sé stessa. L’ansia rappresenta il forte bisogno di anticipare accadimenti e situazioni da affrontare per ridurre la sensazione di insicurezza e di novità, che è correlata al bisogno di controllo degli eventi, di sé, del partner e delle contesto in cui vive e si interfaccia. Questa ansia riporta come conseguenza la persona al suo essere “non in contatto” con il proprio sé, manifestando comportamenti stereotipati tipo: “essere il bravo/a figlio/a che se accudirà i genitori verrà amato e stimato da loro, altrimenti sarà fragile, cattivo/a e inadeguato/a, quindi indegno di essere amato/a”.
Le relazioni di dipendenza affettiva disfunzionale possono riguardare anche il rapporto madre-figlio/a o padre-figlio/a, partners (anche psicoterapeuta-cliente/paziente).
La dipendenza affettiva disfunzionale è il risultato di una distorsione del sé, dell’altro e della relazione.
La distorsione del sé riguarda la dipendenza completa dalla valutazione esterna delle persone criterio, genitori o chi ne fa le veci, che da adolescente e da adulto diventeranno anche i partner, o altre figure significative per la persona. Si sente incapace di cavarsela da solo e sente un forte bisogno di appoggiarsi agli altri. In tale accezione il costrutto rigido della persona è del tipo “se sono vicino al mio partner sono capace, se sono da solo sono inadeguato e vulnerabile”; quindi crede che è meglio non intraprendere nuove esperienze, tanto fallirebbe.
La distorsione dell’altro e della relazione, concerne l‘idealizzazione del partner ricercando un rapporto simbiotico, ossia tenderà ad avere un sentimento di controllo sul partner per soddisfarne i bisogni; questo per la sua profonda paura di essere abbandonato/a e di rimanere solo/a.
Tutti i vissuti comporteranno una facile attrazione tra le due tipologie proprio per il bisogno di completamento della sua parte mancante. Su questo può essere d’aiuto la metafora della mezza mela, per cui le due anime gemelle sono complementari come le parti ottenute tagliando di netto una mela a metà.
Tale bisogno di complementarietà nelle coppie comporta, nella persona con una dipendenza affettiva disfunzionale, un attrazione verso una persona affettivo evitante (controdipendenza affettiva) e allo stesso tempo quest’ultima si sentirà attratta dalla rassicurazione affettiva manifestata dalla persona con una dipendenza affettiva.
Solitamente la persona con una dipendenza affettiva disfunzionale sceglierà proprio per paradosso, partner che sono appunto, incapaci di amare, che hanno uno stile di personalità incentrato su un alto grado di egoismo e narcisismo. Questa scelta “condizionata” è il frutto del forte bisogno di sentirsi amati; questo bisogno la farà “agganciare” a persone che in apparenza sembrano piene di sé (narcisistici, psicopatici, ecc.), che nella fase iniziale della relazione sembrano manifestare sicurezza e autonomia. La relazione diventa dannosa nel momento in cui la persona con una dipendenza affettiva disfunzionale manifesta continue richieste di sostegno e amore che risulteranno per l’altro partner, che è privo di empatia e di accoglienza, invadenti e tenderà così a comportamenti freddi e distaccati, fino a giungere a possibili forme di violenza.
Sintomi della persona con una dipendenza affettiva disfunzionale
- Bassa autostima nelle sue capacità, che richiede a sua volta la continua necessità di conferme dagli altri.
- Donatore d’amore fino agli estremi, all’esaurimento psicofisico.
- Considerevole difficoltà a dire di “no” alle richieste del partner e delle amiche e amici, familiari, ecc.
- Continuo bisogno di controllo nel rapporto con il proprio partner con difficoltà a lasciarsi andare alla passione e alla sessualità.
- Diminuzione graduale dei contatti affettivi e sociali con gli altri per mantenere il rapporto di dipendenza con il partner.
- Ricerca continua di relazioni simbiotiche con il/i partner(s).
- Sottomissione e tolleranza verso le “mancanze” “soprusi” pur di non separarsi dal partner.
- Gelosia morbosa
- Ansia e attacchi di panico
- Angoscia o depressione ad ogni separazione o probabile abbandono.
- Senso di colpa, rabbia profonda e risentimento verso il partner.
Cause di vivere le relazioni avendo una dipendenza affettiva disfunzionale
Durante il corso dello sviluppo il bambino interagisce con il suo ambiente facendo esperienze che lo gratificano e lo deludono e che andranno a far parte della costruzione e dello sviluppo dell’immagine di Sé. Nello stesso tempo nasce la necessità di soddisfare il bisogno di considerazione positiva, che verrà rivolto verso persone per le quali il bambino prova una considerazione particolarmente positiva, che sono definite da Rogers (1961) persone criterio. Il processo di soddisfazione del bisogno di considerazione positiva è bilaterale nel senso che il bambino soddisfacendo il bisogno di considerazione delle “persone criterio” soddisfa anche il suo bisogno che influisce sull’autostima e sul benessere psicologico.
La modificazione del processo di valutazione avviene, quando il bambino, che ha bisogno di considerazione positiva, di amore, da parte dei genitori, attua comportamenti che favoriscono l’appagamento di tale desiderio, nello stesso tempo può rendere frequenti comportamenti a lui graditi ma non degni di approvazione da parte dei genitori; se il genitore non è in grado di scindere il rimprovero dal comportamento inadeguato, dal fargli percepire la sensazione di minaccia di perdere l’amore dei genitori, tale comportamento tenderà a ledere e a minacciare la valutazione del suo sé organismico.
Ne consegue “che la considerazione positiva di persone per le quali il bambino prova una considerazione particolarmente positiva (persone criterio), può divenire una forza direttrice e regolatrice più forte del processo di valutazione organismico” (Rogers e Kinget).
Rifacendosi alla teoria dell’attaccamento di Bowlby, il dipendente affettivo può rientrare nel modello di attaccamento insicuro-evitante. La persona con una dipendenza affettiva disfunzionale è stata infatti, un/a bambino/a che dovuto crescere in fretta per prendersi cura di un genitore, soffocante e controllante, con problemi (di natura medica, o di dipendenza) in cui l’altro genitore era assente, e non ha potuto sperimentare, in un ambiente familiare sicuro, l’indipendenza e l’autonomia.
Tipologie di dipendenza affettiva disfunzionale
- Codipendenza (“Sindrome della Crocerossina”): “Ti amo perché hai bisogno di me”
- Passivo-dipendente: “Ti amo perché ho bisogno di te”
- Aggressivo-dipendente: “Ti odio perché sei come me”
Conseguenze (effetti)
La persona con un vissuto di dipendenza affettiva disfunzionale è predisposta a patologie di tipo ansioso, fobico e da disturbo di attacchi di panico, quale espressioni da un lato, dal desiderio e dalla paura del contatto profondo con l’altro, dall’altro, dal bisogno di controllo del proprio “mondo interiore”.
Nel caso in cui ci siano fattori biologici predisponenti e vissuti personali molto gravi, tale dipendenza affettiva disfunzionale potrà evolvere in un disturbo di personalità Gruppo C comportamenti considerati “ansiosi” o “timorosi” con tendenza a una bassa autostima.
Come si può intervenire?
La psicoterapia umanistico esistenziale o rogersiana, è l’approccio e il luogo privilegiato in cui la persona potrà riprendersi la sua autonomia nella fiducia, costruita con il terapeuta, e nella libertà esperienziale, sia cognitiva che emotiva.
Attraverso l’esplorazione di sé si avvierà un processo di cambiamento, nel percepire parti di sé consentendo una simbolizzare corretta rispetto alla dimensione della dipendenza e dell’autonomia e rivalutando la propria fragilità e la pericolosità del mondo.
Se ha dei dubbi su una possibile dipendenza affettiva (disfunzionale) verso il partner può fare il
test sulla dipendenza affettiva. Il test è autovalutativo e non ha valore diagnostico, ma può essere un utile strumento di riflessione su come ci si pone a livello emotivo e cognitivo verso il partner.
Libri che si possono leggere:
“La principessa che crede nelle favole” di Marcia Grad Powers; PIEMME edizioni
“Donne che amano troppo” di Robin Norwood; Feltrinelli edizioni
Film
Bibliografia
Lingiardi, V. (2005), “Personalità dipendente e dipendenza relazionale: aspetti diagnostici, descrittivi e dinamici”, in Caretti V., La Barbera D., Le dipendenze. Milano, Cortina
World Health Organization (1986) Constitution of the World Health Organization. Basic Documents. 36th ed. Geneva, World Health Organization
Rogers, C.R. (1961) On Becoming person. A Therapist’s View of Psychotherapy, Boston, Mifflin Company (trad. it. La terapia centrata sul cliente, Firenze, Martinelli, 1970).
Rogers, C.R., Kinget M. (1965-66) Psychothérapie et relations humaines. Théorie et pratique de la thérapie non-directive, Louvain, Studia Psychologica (trad. it. Psicoterapia e relazioni umane, Torino, Bollati Boringhieri, 1970).
Borgioni, M. (2015) Dipendenza e controdipendenza affettiva: dalle passioni scriteriate all’indifferenza vuota. Roma Alpes Italia
Verlato, M.L., Anfossi M. (2006) Relazioni Ferite. Prendersi cura delle sofferenze nel rapporto Io-Tu. Barletta Ed. la meridiana
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